FONDINO MODELLO SANITA’… SCOMPARE TRA I FUMI INSALUBRI?

Oggi, 30 novembre 2016, incontro col Sottosegretario Rossi .

Ordine del giorno: lavori insalubri e polverifici.

I fatti:

con la circolare 16749 del 14 marzo 2016 la Direzione Generale, disciplinando le procedure per la concessione dei benefici pensionistici derivanti da supervalutazione di periodi di servizio in lavori insalubri, polverifici e imbarchi ha richiamato, tra gli altri, la sentenza della Corte dei Conti – sez. giurisdizionale Lazio – n. 545/2012 con la quale si evidenzia che per poter fruire dei benefici in oggetto è necessario rivestire una qualifica riconducibile al personale “dell’ex carriera operaia” .

La sentenza della Corte dei Conti emessa nel 2012, arrivava a fronte di un abbondante contenzioso in materia pensionistica derivante dalla “cattiva applicazione” delle norme che disciplinano i benefici in questione che, interpretando in maniera estensiva la normativa in vigore,  non teneva in molti casi conto di tale “dettaglio”.

Il recepimento tardivo di tale sentenza ha però fatto sì che nei quattro anni trascorsi dall’emanazione della sentenza alla pubblicazione della circolare, alcuni lavoratori, usufruendo dei benefici, siano andati in pensione e molti altri hanno creduto di poter anticipare la propria data di collocazione a riposo conteggiando tali benefici e procedendo addirittura al riscatto dei periodi di lavoro relativi.

Inutile dire che consideriamo la differenziazione tra operai ed impiegati ai fini dell’insalubrità di fumi e polveri operata dalla Legge, assolutamente insussistente, assurda ed illogica. Non riteniamo infatti  che possa essere una qualifica posseduta, piuttosto che l’effettiva esposizione, la discriminante che dà o meno titolo al beneficio così come è evidente che fumi e polveri non facciano discriminanti tra i polmoni di un operaio e quelli di un impiegato.

Ci rendiamo evidentemente conto che le disposizioni dell’Amministrazione non possono certamente andare contro una Legge dello Stato e che l’adeguamento alle norme doveva necessariamente essere fatto. Ciò che invece non è pensabile è che per un comportamento colposo dell’Amministrazione ne facciano le spese i lavoratori.

La nostra richiesta oggi è stata quindi quella di cancellare la retroattività della circolare e, così come nessun provvedimento ha individuato le responsabilità dell’Amministrazione nell’emanare decreti di pensionamento illegittimi a mente della sentenza tardivamente recepita, così nessun provvedimento venga a ledere i diritti acquisiti e le aspettative dei lavoratori fino alla data di pubblicazione della circolare.

Il sottosegretario Rossi ci ha risposto che allo stato degli atti non è possibile accettare la nostra richiesta ma al contempo ci ha informato che la strada che l’A.D. intende percorrere è quella di normare la fattispecie cancellando la discriminante tra operai ed impiegati, inserendo il concetto di area attiva dove insistono le strutture. In sintesi, non si può ignorare la norma ma la si può cambiare, dando modo ai lavoratori successivamente di agganciarsi alla nuova norma per veder riconosciuti i diritti pregressi.

Il direttore della direzione generale per il personale civile, dott.ssa Corrado, ha poi assicurato che per coloro che hanno pagato o che stavano pagando il riscatto dei periodi che non possono più essere utilizzati, verrà interessata l’INPS per provvedere alla restituzione delle relative somme.

Per quanto riguarda la ricostruzione dei periodi per coloro che possono fruire dei benefici, l’Amministrazione ha assicurato la massima disponibilità a valutare le documentazioni probatorie in considerazione delle oggettive difficoltà a reperirle, tenendo conto delle frequenti ristrutturazioni, chiusure e soppressioni degli Enti che negli anni si sono succedute.

Esaurito l’argomento all’ordine del giorno che, seppure importante riguarda solo una componente del personale, ci premeva riportare l’attenzione del Sottosegretario Rossi su una tematica che al contrario riguarda tutti i 27.000 dipendenti civili della Difesa.

Abbiamo quindi chiesto al SSS quali novità potesse rappresentarci relativamente al famoso “fondo aggiuntivo modello sanità” di cui al Punto 1 del documento scaturito dallo studio del gruppo di lavoro istituito dal Ministro Pinotti per colmare il gap retributivo con gli altri dipendenti pubblici e che l’Amministrazione ha scelto, con l’assenso di CGIL, CISL, UIL, UNSA ed FLP, tra le 4 ipotesi individuate.

Attendevamo infatti di trovare tale fondo nella legge di stabilità 2017 dove però, a tutt’oggi, non compare.

Il Sottosegretario ci ha informato che tale fondo era contenuto in un emendamento all’art. 52 che però, stante la numerosità degli emendamenti proposti per lo stesso articolo, non è stato discusso alla Camera.

Verrà quindi riproposto nella discussione al Senato o, male che va, nel successivo decreto che generalmente segue la Legge di Stabilità (il famoso decreto mille proroghe).

Capiamo bene che nel panorama sconfortante dei provvedimenti inerenti le retribuzioni economiche dei dipendenti, sei mesi in più sei mesi in meno, ad alcuni potrebbe sembrare non fare differenza ma di mese in mese sono passati quasi due anni da quando abbiamo cominciato insieme ai lavoratori la battaglia per veder riconosciuto ciò che ci spetta e la nostra specificità.

Aspetteremo l’emendamento. Aspetteremo la discussione al Senato. Aspetteremo di capire il quando ed il quanto ma non aspetteremo a lungo. La strada da noi è stata indicata ed è l’art. 3 del 165/2001 ed è stata dal Gruppo di Lavoro recepita (punto 4 del documento).

Quanto ancora dovremo aspettare prima che anche tutte le altre forze in campo se ne rendano conto? Abbiamo perso due anni di tempo. Non intendiamo perderne di più. Le bugie hanno le gambe corte ed a rinsavire si fa sempre in tempo. Aspettiamo a braccia aperte chi si vorrà unire alla nostra battaglia per la specificità ma non abbiamo difficoltà a proseguire da soli, perché sappiamo che non siamo soli: abbiamo migliaia di dipendenti che ci sostengono e ci accompagnano e la vera forza è quella! Vi terremo quindi aggiornati.

#Nessundorma

Il Coordinamento Nazionale Difesa
Alessandro Coen

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