Impossibile sottoscrivere l’aggiornamento del protocollo di ”rientro” in sicurezza che fa a pugni con il buon senso e la sicurezza

È stato sottoscritto oggi, presso la Direzione Generale del Personale Civile, l’aggiornamento di quello che viene chiamato “protocollo di sicurezza” ma che di sicurezza proprio non è.

Un protocollo che discende direttamente dal Protocollo Quadro del 24.7.2020 sottoscritto pomposamente da tutte le altre OO.SS. evidentemente convinte che l’epidemia fosse finita e avverso il quale CONFINTESA ha invece presentato ricorso al TAR.

Un protocollo che, dovendosi necessariamente adeguare a quanto sottoscritto gioiosamente il 24.7.2020 dalle altre OO.SS. e F.P, non garantisce i tecnici e difficilmente riuscirà a tutelare i lavoratori fragili.

Un protocollo che può andare bene per altri Ministeri ma non certo per il Ministero della Difesa, dove la promiscuità di figure militari e civili e la massiccia presenza proprio di tecnici fa sì che la famosa percentuale di “almeno il 50%” fissata per legge, si traduca in moltissimi enti in presenze che vanno ben oltre i margini di sicurezza necessari.

Un protocollo che dimentica che la stragrande maggioranza dei civili della Difesa è composta proprio da tecnici le cui attività sono difficilmente smartabili e che, anche se si fosse in presenza di Direttori di Enti lungimiranti che volessero ricorrere ai corsi ed all’autoformazione, non potranno certo farlo fino alla fine dell’emergenza!

Un protocollo che non spiega perché gli amministrativi, magari perfettamente in grado di lavorare da casa, devono comunque rientrare in presenza, seppure turnandosi o con la massima flessibilità di orario.

Un protocollo che sul territorio costringe i datori di lavoro ed i comitati a rocambolesche capriole per poter conciliare la natura dei compiti SPECIFICI dei lavoratori con la necessità di preservarne la salute.

Un protocollo impossibile da sottoscrivere per chi, come CONFINTESA, ha denunciato queste criticità per ben due volte durante gli incontri con la F.P, quando c’era il tempo ed il modo di contestarle, con l’unico risultato di non essere più convocata per non disturbare il manovratore.

Un protocollo, infine, inutile visto che in questi mesi non ci è certo servito in quegli Enti, e ce ne sono tanti, dove i Direttori capiscono solo gli “ordini scritti degli Stati Maggiori” e fanno finta di non capire la differenza tra stato giuridico dei militari e dei civili ed abbiamo dovuto e per fortuna potuto, appellarci alle Leggi ed all’art.7 del CCNL per tutelare la salute dei lavoratori.

Diverso sarebbe stato e sarebbe se invece di inventarsi questa formula dei “protocolli” si fosse ricorso e si ricorresse all’unico strumento riconosciuto dai Comandanti e dai Direttori e cioè un Accordo tra le parti, come CONFINTESA ha chiesto alla F.P. e chiede a Persociv.

Questo “aggiornamento” del protocollo, resosi necessario dopo la sottoscrizione dell’accordo quadro del 24.7.2020 da parte di F.P. ed OO.SS. che ha ratificato la cancellazione dell’istituto dell’esenzione che era l’unico vero strumento che avrebbe potuto salvaguardare tecnici e fragili, è peggiorativo di quello che pur avevamo sottoscritto a giugno e quindi inaccettabile per CONFINTESA che non si renderà complice di questa farsa.

La salute è una cosa seria!

Questo non è un protocollo di sicurezza. È un protocollo di “rientro”. Chiamatelo con il suo nome ma non chiedeteci di sottoscriverlo.

CONFINTESA continuerà a battersi come ha fatto finora sul territorio e negli Enti, non certo a mente di un protocollo farlocco e privo di consistenza pattizia ma con la forza dell’art.7 del CCNL che ci vedrà su ogni tavolo impegnati a difendere la salute dei lavoratori prima di tutto.

Vi terremo aggiornati.

Coordinatore Nazionale Difesa
Alessandro Coen

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