Audizione Commissione Difesa Camera dei Deputati

Di seguito riportiamo il testo del documento consegnato oggi alla Commissione Difesa della Camera dei Deputati circa il disegno di legge C. 5569 del Governo, recante “Delega al Governo per la revisione dello strumento militare nazionale e norme sulla medesima materia”, già approvato dal Senato della Repubblica e abbinata proposta di legge C. 4740 Reguzzoni.

 

A            Camera dei Deputati
              4^ Commissione (DIFESA)

 

In esito all’esigenza di riordino dello strumento militare, rappresentiamo che sono ormai diversi anni che l’Amministrazione Difesa è sottoposta a riorganizzazioni, ed in questa fase è chiamata a dare risposta a due disposti normativi quali la spending review e la legge delega per la revisione ed il riordino dello strumento militare.

L’attuazione della spending review ha prodotto una riduzione organica che oggi prevede, quale dotazione, l’attuale presenza del personale civile, che si compone di 27.926 unità, con un soprannumero pari a 1.562 unità, e per quanto riguarda Il contingente militare una riduzione da 190.000 a170.000.

La legge delega, nel percorre obbiettivi di riequilibrio tra i vari settori che compongono la Difesa, si articola attraverso riconfigurazioni, ridimensionamenti, accorpamenti e soppressioni di Enti, appartenenti alle varie aree dell’Amministrazione, vale a dire area tecnico – amministrativa, area operativa, area industriale ed area della sanità militare.

I provvedimenti di cui sopra vengono adottati dagli Organi Programmatori, che, unico caso nella Pubblica Amministrazioni sono individuati in:

  • Stato Maggiore Esercito
  • Stato Maggiore Marina
  • Stato Maggiore Aeronautica
  • Segretariato Generale della Difesa 

Questa atipica organizzazione, pone in essere molteplici problematiche, poichè gli Organi Programmatori agiscono seguito le proprie esigenze di forza armata, in assenza di una condivisione programmatica.

Ad oggi le varie sessioni informative intercorse con il Ministro Di Paola e con il Sottosegretario Dott. Magri, ci hanno illustrato le esigenze di riordino e di risparmio, attraverso una sistematica lettura di provvedimenti allo studio, che non ci consentono di capire e di poter valutare l’impatto e le ricadute per il personale civile di questa Amministrazione.

Posto in essere che le posizioni soprannumerarie di cui sopra sono riassorbibili attraverso il trattamento pensionistico “ante Fornero”, ci chiediamo come possa attuarsi per il personale civile la legge delega. Premesso che ormai l’organico del dicastero coincide con il personale effettivamente presente, non si comprende come si possano attuare le previste riduzioni organiche o soppressioni/riordino di Enti sul territorio rendendo inapplicabile il reimpiego del personale in altre realtà lavorative della Difesa che allo stato attuale non possono più avere carenze di personale.

Allora ci chiediamo a cosa sarà esposto il personale civile, tenuto conto che nell’ambito dei provvedimenti, si dispone che una quota, ancora non determinata, di personale militare, transiterà nei ruoli del personale civile di questa Amministrazione.

A tale proposito, in riferimento alla abbinata proposta di legge C.4740 Reguzzoni, oltre alla riduzione degli oneri per le consistenze dei volontari in ferma prefissata e in rafferma, vengono indicate ulteriori riduzioni.

In particolare la riduzione del 30 per cento per gli ufficiali generali utilizzando lo strumento  della aspettativa per riduzioni quadri o disponendone il transito presso altre amministrazioni, del 20 per cento degli ufficiali colonnelli, tenenti colonnelli disponendone sempre il transito presso altre amministrazioni e infine del 30 per cento dei marescialli presso altre amministrazioni ovvero presso le forze di polizia o il corpo dei vigili de fuoco.

In primo luogo non si comprende come mai non venga utilizzata l’aspettativa per riduzione quadri in via prioritaria anche per gli ufficiali colonnelli e non si faccia riferimento della eventuale estensione anche ai tenenti colonnelli peraltro prevista sia in ambito spending review che nel disegno di legge C. 5569 Governo. Ma soprattutto non si comprende come si possa proporre il passaggio di ufficiali con funzioni dirigenziali che transitando verrebbero di fatto inquadrati nei ruoli della dirigenza civile con ricadute negative sulle professionalità direttive (funzionari non dirigenti) che aspirano ad una carriera dirigenziale ma che possono accedervi solo tramite concorso pubblico. Il tutto poi in palese contrasto con la legge di stabilità 2012 art. 4 comma 95 che prevede il transito a domanda per il solo personale militare livellato e non per quello dirigenziale.

La nebulosità che accompagna ed avvolge l’attuazione alterna della legge delega intersecata alla spending review, non può che produrre allarme ed incertezza, tenuto conto degli annunciati processi di mobilità nella Pubblica Amministrazione, che addolciti da ipotetici processi di compensazione, stante ad oggi l’impossibilità attuativa della mobilità volontaria tra le Amministrazioni, ci induce a considerazioni per le quali il personale civile della Difesa sembra essere destinato a percorsi e processi di mobilità d’ufficio che rappresentano l’anticamera della cassa integrazione.

La UGL INTESAFP settore Difesa, non può condividere assolutamente il prefigurarsi di quanto sopra. Una riduzione della spesa potrebbe essere condivisibile, se si tenesse conto delle realtà, delle specificità e non operando in modo trasversale. Le risorse possono essere recuperate, ed è

giusto che lo siano, attuando politiche gestionali finalizzate a ricondurre in house le attività anche monitorando con attenzione e rigore, le procedure ed i costi delle attività appaltate, riequilibrando così gli impegni di spesa finalizzati  ai compiti istituzionali di una pubblica amministrazione quale è la Difesa.

Constatare che ancora oggi, vengono affidate all’esterno attività che possono essere svolte dal personale dipendente di indubbia professionalità, risulta in palese conflitto con la tanto decantata esigenza di risparmio. Se poi il recupero di risorse lo si vuole ottenere attraverso riduzioni di personale, processi di mobilità e cassa integrazione, riteniamo che questo tipo di gestione oltre ad essere fortemente criticabile, ponga in discussione i fondamentali concetti di moralità e salvaguardia sociale. La risposta alla crisi economica non la si trova impoverendo i lavoratori, ma la si trova mettendo in atto politiche economiche che prevedano la gestione delle risorse finalizzate al mantenimento ed all’incremento dei livelli occupazionali, quale unico strumento in grado di creare economia reale e stato sociale, senza il quale non potremmo definire il nostro in paese democratico e civile.

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