Considerazioni sull’intervista del Ministro della Funzione Pubblica D’Alia rilasciata al messaggero il 30 giugno
Ci sembra opportuno, attraverso questo documento chiarire alcuni passaggi dell’intervista del Ministro D’Alia per rendere più fruibili le dichiarazioni rilasciate a “Il Messaggero” il 30 giugno u.s.. (vedi articolo)
In particolare:
relativamente alla questione delle piante organiche dei Ministeri
non tutti i ministeri hanno inviato le piante organiche rivisitate al netto dei tagli del 10% per il personale livellato e del 20% del personale dirigente.
Nel caso del nostro ministero ricordiamo che sono state inviate le nuove piante organiche dopo aver operato le previste compensazioni tra le aree professionali che hanno consentito di poter ricomprendere nei ruoli organici le eccedenze più consistenti che erano presenti nella 1^ area (ex 3 livelli). La situazione attuale consiste in 27.894 posizioni organiche così come recepito nel DPCM su proposta del Ministero della Difesa.
relativamente alla mobilità e piante organiche nella P.A.
a questa domanda il ministro afferma che sono presenti oltre 7.000 esuberi rispetto alle nuove piante organiche e che il 40% sarà assorbito attraverso il prepensionamento.
Quando il ministro parla di esuberi si riferisce alle posizioni inizialmente soprannumerarie cioè in eccedenza alla pianta organica nuova.
Nel nostro ministero le posizione cosiddette soprannumerarie consistono in 1.562 unità. In particolare sono n. 222 per la 1^ area e 1.340 per la 2^ area. (stralcio difesa del dpcm organici-22012013.pdf)
I lavoratori in soprannumero usufruiscono della deroga alla riforma Fornero in materia di pensioni (quello che il ministro chiama prepensionamento) e quindi andranno in pensione con i vecchi coefficienti.
Nel caso del nostro ministero i 1.562 soprannumerari hanno i requisisti per andare in pensione con le vecchie regole.
Il vero esubero, in questa fase, si andrebbe a creare nel qual caso solo una parte dei soprannumerari avesse i requisiti ante Fornero per andare in pensione. Il restante personale non collocabile in pensione, verrebbe messo prima in mobilità d’ufficio verso altre amministrazioni e solo nel caso che non trovasse collocazione o non accettasse di essere ricollocato in altri enti pubblici verrebbe posto in mobilità (che è quella che cita il ministro come “mobilità volontaria entro un certo limite…”) che poi di fatto è una cassa integrazione. Tale mobilità vede ad oggi come unico criterio indicato dalla Funzione Pubblica quello della maggiore contribuzione, preceduto, a quanto dichiara il ministro, anche da una inziale fase di volontarietà. Si avvia poi la graduale procedura di uscita.
Ulteriori criteri saranno decisi in sede di esame congiunto fra Funzione Pubblica e OO.SS.
Sento spesso e, aggiungo giustamente, parlare degli esuberi, dei precari degli esodati. Nessuno si è mai preoccupato dei precoci che dalla riforma Fornero si troveranno paradossalmente a lavorare molto di più percependo molto di meno. Ciò per l’introduzione del sistema contributivo in vigore dal 1 gennaio 2013. Inoltre questi lavoratori assunti in età giovanissima con l’attuale sistema, quando raggiungeranno l’età di 66 anni avranno versato nelle casse dell’inps 47 anni di contributi. Una enormità che è destinata ad aumentare per le aspettative di vita che saranno riviste nel 2017. Spero che queste considerazioni possano trovare un giusto consenso finalizzato ad un concreto interessamento.