FUA 2016 – SVILUPPI ECONOMICI – ALLA RICERCA DEI 10.000 PERDUTI

IndianaJonesALLA RICERCA DEI 10.000 PERDUTI

Oggi 20 luglio 2016 terzo incontro a Persociv per discutere del FUA.

Argomento principe il numero delle progressioni economiche ed i criteri.

Prendiamo atto con rammarico della contrattazione al ribasso portata avanti da altre OO.SS e della marcia indietro dell’Amministrazione che, in un primo momento, sembrava avesse sposato la nostra proposta di anticipare al 1.1.2016 le 9.972 progressioni già previste per il 1.1.2017.

Ce ne dispiace, anche perché ci erano già state inviate le bozze del nuovo art.10, punto 2 dell’Ipotesi di Accordo e di un nuovo allegato 13 contenenti la previsione di sviluppi economici per 16.974 dipendenti (63% circa) con la quantificazione della spesa che risultava perfettamente coperta e fattibile.

Evidentemente tra la trasmissione delle bozze e la convocazione ricevuta per l’incontro odierno, qualche accadimento deve essere intervenuto affinché l’Amministrazione cambiasse così repentinamente idea.

INTESA non può che ribadire che l’unificazione dei due scaglioni comporterebbe, oltre agli evidenti vantaggi per i lavoratori, anche un notevole risparmio per l’Amministrazione che dimezzerebbe costi e tempi di un doppio bando, doppie procedure, doppie commissioni, doppie graduatorie ecc ecc.

E’ altrettanto ovvio che un maggior numero di progressioni realizzerebbe la certezza matematica che nessuno dei 7002 colleghi rimasti al palo dal 2010 possa rimanere escluso dalle procedure 2016 perché, ricordiamolo, quando si fanno criteri generali per un così gran numero di situazioni particolari, è matematico che qualcuno, seppure uno che sia, rimanga fuori.

Per i colleghi della 1^ area, nell’attesa dell’ormai improcrastinabile soluzione normativa che finalmente ne sani l’indecorosa situazione, la costituzione di un fondo ad hoc che possa da subito compensare la mancata possibilità di partecipare alle procedure di riqualificazione, è una scappatoia al capestro del CCNL, semplice quanto immediata.

Non dovremmo ricorrere ad escamotage ed acrobazie se fossimo già rientrati in regime di diritto pubblico con l’art. 3 del 165 ma questa è un’altra storia.

Lo strano ragionamento dell’Amministrazione e di alcune OO.SS. per cui aumentare il numero delle progressioni sarebbe sfavorevole agli interessi dei lavoratori, appare strano non solo a noi ma deve essere apparso strano anche a tutte le altre Amministrazioni (MEF, Beni Culturali, ecc) che hanno avviato e stanno avviando procedure che interessano fino al 68% del personale.

Ancora più perplessi ci lascia la grottesca circostanza che vede l’Amministrazione bruciare la possibilità di diminuire per 10.000 lavoratori il famoso gap economico che contemporaneamente è al centro dell’altro tavolo, fortemente voluto da INTESA e conquistato insieme ai lavoratori in un anno e mezzo di mobilitazione.

Se infatti la sofferenza dei dipendenti civili della difesa è stata recepita dal Ministro Pinotti che ha ritenuto addirittura utile istituire un gruppo di lavoro per studiare come non rimanere ultimi tra gli ultimi, appare quantomeno incoerente che quando se ne abbia la possibilità non si riduca tale sofferenza.

Tutto ciò ci lascia sconcertati ed amareggiati ma non intendiamo perdere di vista l’obiettivo principale che rimane per noi la sanatoria dei 7002 colleghi rimasti al palo dal 2010, sulla pelle dei quali non intendiamo giocare né fare facile propaganda minacciando di non firmare un accordo che fino a qualche mese fa era solo un miraggio (noi non dimentichiamo che se non fosse stato recepito il nostro suggerimento di modificare il DM sugli organici, a quest’ora stavamo discutendo di 1092 progressioni)

La nostra coerenza sta nella trasparenza con la quale portiamo avanti le nostre proposte.

Se non sarà possibile dare seguito al suggerimento di anticipare al 1.1.2016 tutte le 16.972 progressioni previste, non ci interessa più ricorrere all’escamotage del fondo ad hoc per la 1^ area ma si dovrà approfittare dei mesi a disposizione per realizzarne finalmente il passaggio nella 2^ area.

Affinché si realizzi questo, chiediamo all’Amministrazione di assumersi fin da ora l’impegno di adoperarsi in sede politica ed in ogni altra sede adeguata perché non intendiamo ritrovarci a discutere il FUA 2017 col problema irrisolto. Noi faremo il nostro.

Altro problema che l’Amministrazione deve impegnarsi a risolvere è quello da noi segnalato già nell’incontro precedente e cioè l’assurdità di restituire alla Difesa le quote di assegno ad personam, riassorbite dalle progressioni economiche dei colleghi ex-militari che si riqualificheranno.

Non è pensabile restituire al bilancio della Difesa somme del nostro FUA, quantificabili in più di un milione di euro l’anno, per comprare carri armati e pagare gli straordinari ai militari. La dott.ssa Corrado recepisce la problematica e si impegna a trovare la soluzione al MEF ed in Funzione Pubblica.

La dott.ssa Corrado ci conferma che tutti i tavoli hanno evidenziato la problematica della performance e quindi porterà in Funzione Pubblica l’eliminazione del punteggio relativo.

Il prossimo appuntamento è per il 27 luglio.

Intesa rimane dell’opinione che anticipare al 1.1.2016 tutte le progressioni possibili, programmando già per il 2017 tutte le restanti, sia la proposta più logica e favorevole per dipendenti che, ricordiamolo, sono stati riconosciuti anche dal gruppo di lavoro istituzionale, come gli ultimi tra gli ultimi.

La concreta possibilità che questa sia l’ultima finestra utile per ottenere qualche beneficio a fronte di un nuovo, lungo periodo di buio e di blocco dei contratti, rende l’ipotesi di procrastinare le progressioni in più anni, tanto sfavorevole quanto incerta.

Capiamo bene che spalmare le progressioni in un arco temporale più lungo, assicura ad alcune OO.SS. la possibilità della propria personale sopravvivenza ma se dovesse verificarsi la temuta, quanto plausibile ipotesi di un nuovo blocco degli stipendi, nessuna intesa programmatica, nessun impegno, nessuna nota a verbale, nessun protocollo d’intesa potrà sollevare coloro che oggi bocciano la nostra proposta come scandalosa ed irricevibile, dalle loro responsabilità. Che sia ben chiaro.

Il Coordinamento Nazionale Difesa
Alessandro Coen

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