FUA 2016 – SVILUPPI ECONOMICI
Pubblichiamo di seguito la mail inviata in data odierna alla Direzione Generale per il Personale Civile.
Venerdì 29 luglio, alle ore 16,12 abbiamo ricevuto la nuova bozza dell’ipotesi d’accordo per il FUA 2016.
In considerazione dei tempi strettissimi che ci separano dalla prossima convocazione fissata per il 2 agosto p.v. inviamo con questa email le nostre osservazioni per le valutazioni di codesta Direzione.
Questa O.S. continua a ritenere fattibile e concreta la nostra proposta di anticipare al 1.1.2016 le previste progressioni economiche che nell’ultima ipotesi inviataci, in aderenza a quanto proposto da altre OO.SS. vengono invece spalmate in due anni. Come da codesta stessa Amministrazione dimostrato, con il prospetto di ripartizione del FUA allegato alla mail di convocazione inviataci il 4 luglio, le risorse occorrenti sono assolutamente compatibili con le risorse a disposizione e la percentuale di personale che si andrebbe a riqualificare, pari al 63% , sarebbe ben al di sotto di quanto certificato dal MEF per altri Ministeri, come i Beni Culturali ed il MEF medesimo. Anche l’obiezione dell’eccessiva spoliazione del FUS, a fronte di un alto numero di progressioni, cade di fronte ad una ipotesi che comunque ne prevede 19000 in due anni e che quindi porterebbe, alla fine del biennio, allo stesso identico risultato.
Sempre alla luce di quanto da codesta Amministrazione stessa dimostrato nello stesso prospetto di cui sopra, chiediamo inoltre che venga riconsiderata e valutata la nostra proposta per l’accantonamento di una quota parte di FUA per remunerare un progetto dedicato esclusivamente al personale della prima area con una somma equivalente alla fascia economica da F2 ad F3, da noi calcolato in € 1.446.942,00. Tale accantonamento, a nostro avviso, anche a seguito di colloqui con dirigenti e funzionari del MEF, non troverebbe ostacoli alla certificazione e sanerebbe, almeno dal punto di vista economico, e nell’attesa di una soluzione normativa, l’impossibilità per il personale della 1^ area di accedere giuridicamente a fasce economiche superiori.
Ci preme inoltre sottolineare come le due proposte di cui sopra sarebbero estremamente opportune anche alla luce della L. 28/12/2015, n. 208 -Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge di stabilità 2016) pubblicata nella Gazz. Uff. 30 dicembre 2015, n. 302, S.O. -Comma 236, in vigore dal 1 gennaio 2016, che sicuramente codesta Amministrazione ben conosce
236. Nelle more dell’adozione dei decreti legislativi attuativi degli articoli 11 e 17 della legge 7 agosto 2015, n. 124, con particolare riferimento all’omogeneizzazione del trattamento economico fondamentale e accessorio della dirigenza, tenuto conto delle esigenze di finanza pubblica, a decorrere dal 1º gennaio 2016 l’ammontare complessivo delle risorse destinate annualmente al trattamento accessorio del personale, anche di livello dirigenziale, di ciascuna delle amministrazioni pubbliche di cui all’articolo 1, comma 2, del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, e successive modificazioni, non può superare il corrispondente importo determinato per l’anno 2015 ed è, comunque, automaticamente ridotto in misura proporzionale alla riduzione del personale in servizio, tenendo conto del personale assumibile ai sensi della normativa vigente.
Ribadendo la nostra posizione non pregiudiziale all’effettuazione di sole 7002 progressioni economiche purché concretamente giustificata ed in attesa di conoscere esattamente i motivi per cui non si possano realizzarne 16974, ed entrando nel merito dei criteri che dovrebbero assicurare il passaggio dei colleghi non riqualificati nel 2010, segnaliamo l’inequità di voler inserire tra i titoli il diploma ISMI che, per la sua natura di corso comunque frequentabile solo da alcuni lavoratori, non può a nostro giudizio essere inserito tra i titoli che danno punteggio.
Per quanto riguarda la programmazione delle progressioni per il 2017, segnaliamo, a titolo di collaborazione, che i contingenti previsti per i vari scaglioni sono sperequati tra di loro ed in alcuni casi addirittura superiori alle effettive presenze organiche.
Risottolineiamo, inoltre, la necessità di trovare un meccanismo, attivandosi anche presso il MEF, per evitare di restituire al bilancio della Difesa, la quota parte di assegno riassorbibile delle eventuali riqualificazioni dei colleghi ex militari.
Fidando in una positiva valutazione di tutte le parti sociali che sono chiamate a rispondere alle legittime aspettative dei lavoratori civili della difesa, si porgono distinti saluti.
Il Coordinamento Nazionale Difesa
Alessandro Coen