FUA 2017 – VIA COL VENTO
Oggi, 22 febbraio, terzo incontro sulla distribuzione del FUA 2017. All’ordine del giorno numeri e criteri per gli sviluppi economici.
Prima di entrare nel vivo della discussione sugli sviluppi, abbiamo fatto un breve excursus su quanto già espresso durante il tavolo tecnico di ieri mattina, in cui si è discusso dei risparmi sulla reperibilità. Abbiamo ribadito che pur essendo d’accordo sul taglio del 10% dei fondi, tale taglio non potrà essere in alcun modo semplicemente orizzontale ma mirato ed effettuato dopo un approfondito monitoraggio delle effettive esigenze, ente per ente, che ci hanno assicurato verrà fatto in breve tempo.
Esaurito il breve discorso sul tavolo tecnico, siamo entrati nel merito dell’ordine del giorno.
Nell’ipotesi d’Accordo che solo 15 giorni fa abbiamo discusso, il terzo criterio a pari dignità con la professionalità e i titoli di studio, era costituito dalla valutazione della prestazione professionale. Tale parametro non solo era presente ma addirittura determinante, visto che l’Amministrazione aveva proposto ben due punti di differenza tra i solitari 100 e la seconda fascia di merito, che aumentavano a 5 per la terza, 10 per la quarta e 15 per la quinta ed addirittura negava 50 punti a chi la performance, volente o nolente, non ce l’avesse.
Nell’evidenza che tale criterio fosse assolutamente inaccettabile, per la natura sperequativa e soggettiva insita nella valutazione della performance, avevamo comunque suggerito un correttivo che, se applicato, ne avrebbe depotenziato, se non azzerato, la dannosità: assumere le stesse fasce usate per il fua, attribuendo il massimo del punteggio alla fascia 71/100.
Grande è stata quindi oggi la sorpresa nell’apprendere che in 15 giorni ciò che era imprescindibile e fondamentale, ora sembra sia diventato superfluo e superabile. Le convinzioni granitiche che, nonostante scontri e discussioni, hanno imposto nell’accordo del 2016 la presenza tra i criteri, a pari dignità con la professionalità e i titoli di studio, della performance, oggi si sgretolano, portate via dal vento della formazione.
Noi non abbiamo mai sposato e non sposiamo la performance ma quando il rimedio è peggiore del male, è obbligatorio dissentire con forza e chiediamo all’Amministrazione di trovare un altro strumento equo e possibilmente duraturo, per la determinazione dei punteggi perché non è possibile che i criteri per gli sviluppi vengano cambiati ogni volta e soprattutto a posteriori.
Abbiamo quindi ricordato all’Amministrazione che l’art. 18 del CCNL 2006/2009, comma 6. lettera c) stabilisce che “Ove le Amministrazioni non garantiscano la formazione a tutto il personale interessato alla selezione, il presente criterio non può essere utilizzato” e non c’è alcun dubbio che nella nostra Amministrazione la partecipazione a corsi e seminari non è garantita a tutti e soprattutto non in ugual misura. Disponibilità di fondi, possibilità di assentarsi o meno dal posto di lavoro, distanza dalle scuole, fattori economici e logistici creano forti sperequazioni tra area operativa, area industriale ed area amministrativa e tra Ente ed Ente.
L’incompletezza e le macroscopiche incongruenze dei criteri sottopostici, lasciano poi spazio a mille interrogativi: seminari che valgono quanto un master post laurea, corsi che valgono quanto 20 anni di anzianità, non si capisce tenuti da chi, in quale periodo, in qualità di cosa, presso quale Amministrazione, si parla di settimane quando invece molti corsi sono in ore. Insomma una totale babele nella quale si apre la strada a centinaia di giustissimi ricorsi, sempre che la Funzione Pubblica ratifichi un Accordo del genere. Non crediamo sia il caso di correre rischi, visti i tempi che corrono e la riforma della Madia che incombe.
La dott.ssa Corrado ci ha assicurato che, anche alla luce delle nostre osservazioni, approfondirà ancora l’argomento.
Accantonato e rifiutato, quindi, l’argomento corsi, ci siamo soffermati sugli altri aspetti.
Con soddisfazione abbiamo accolto i nuovi contingenti che, recependo i nostri suggerimenti, sono stati calcolati in percentuale, uguale per tutte le fasce, sugli aventi diritto a presentare domanda.
Sono stati anche accolti parzialmente i suggerimenti relativi all’attribuzione di un punto, anziché 0,50, per ogni anno di anzianità e riportato ad un limite più credibile il punteggio attribuibile nella medesima fascia retributiva.
Resta ancora da cancellare il tetto di massimo 30 anni nell’anzianità massima complessiva e l’esclusione dalla competenza professionale valutabile, del periodo svolto nella fascia attuale di appartenenza.
Anche su questi due punti l’Amministrazione ha preso atto e si è riservata di valutare ulteriormente i due aspetti
Ancora troppo alta la forbice tra i titoli di studio ed in particolare, ancora troppo bassa la valutazione del titolo della V elementare. Pur apprezzando, infatti, che con l’arrivo della dott.ssa Corrado sia stata inserita per la prima volta la licenza elementare tra i titoli, se la forbice dovesse rimanere come è oggi, sarebbe una vittoria di Pirro e tale inserimento sarebbe vanificato.
La nostra posizione rispetto al FUS è stata già depositata nei giorni precedenti e prevede l’azzeramento della quota (ad oggi calcolata in meno di 80 euro procapite) a favore di ulteriore 501 progressioni, che portano il totale complessivo a 12.501 e soprattutto a favore del fondo ad hoc per la Prima Area, che avevamo già proposto nel 2016, che assicuri ai 1.837 A1 in servizio l’equivalente della fascia economica per cui, in questo CCNL ed in questo momento, non possono giuridicamente concorrere.
Un’ultima nota merita l’art. 19 inserito nell’ipotesi d’accordo che prevede un’intesa programmatica per le future progressioni che fissa ad 8.000 il numero dei destinatari. Abbiamo suggerito alla dott.ssa Corrado di non mettere limiti alla Provvidenza ed inserire nell’articolo la previsione di tante progressioni quante i fondi a disposizione permetteranno. Non ci vorremmo trovare nel 2018 nella stessa grottesca situazione del 2016 quando, nel nome di un preteso rispetto verso l’intesa programmatica dell’anno prima, le OO.SS. maggiori hanno imposto di fare 7002 progressioni anziché le 19.000 possibili.
Siamo infatti fiduciosi che gli errori commessi nel passato possano insegnare a non ripeterli nel presente ma non siamo altrettanto fiduciosi nella capacità di apprendimento di alcuni soggetti.
Abbiamo perso una grande occasione col FUA 2016. Tentiamo di non perderne altre.
Il prossimo incontro non è stato ancora fissato. Vi terremo comunque aggiornati.
#nessundorma
Il Coordinamento Nazionale Difesa
Alessandro Coen
La proposta presentata dall’Amministrazione
2017.02.22 Bozza Allegati Ipotesi Accordo FUA 2017