PER NON ESSERE FRAINTESI…
Il ministro Pinotti non ha presenziato la riunione del 5 aprile per impegni istituzionali.
Il sottosegretario Rossi, che ha tenuto la riunione, ha esordito premettendo che nell’ incontro del 28 febbraio ci sarebbe stato un” fraintendimento” in merito alla richiesta del ministro, ai sindacati presenti, di approfondire il riconoscimento della specificità anche per il personale civile.
Ha poi comunicato che ai fini del recupero economico, il ministro ha individuato apposite risorse quantificate in 21 milioni di euro per la costituzione di un fondo integrativo per il trattamento economico accessorio. Tali risorse, ha dichiarato il Sottosegretario, saranno rese disponibili per il triennio 2017/2019 (condizione necessaria per poterle stabilizzare). Inoltre il fondo dovrà essere formalizzato attraverso un provvedimento normativo.
Inoltre ci è stato comunicato che il riconoscimento professionale e di carriera avverrà attraverso la progressione tra le aree funzionali ivi compreso il personale di 1^ area.
Premesso che Federazione Intesa ha dichiarato di aver ascoltato con estrema attenzione quanto detto dal Ministro in sede di riunione del 28 febbraio ha inoltre precisato che la specificità e quindi il passaggio in art. 3 della 165 è una delle quattro ipotesi di soluzione, per il recupero del gap economico, quantificato nella misura del 30%, riportate dal gruppo di lavoro e quindi dal vertice politico. Comunque tutti i presenti alla riunione sanno come è veramente andata…e lo hanno capito anche i lavoratori…
I 21 milioni (pari a 45 euro netti/mese) sono il risultato delle rivendicazioni di Federazione Intesa e USB, che sono iniziate due anni fa, attraverso manifestazioni, flash mob, petizioni, assemblee e le ripetute richieste di recupero economico rappresentate al vertice politico ad ogni singolo incontro, e anche questo …. i lavoratori lo sanno!
Federazione Intesa ritiene che tali risorse finanziare non possano essere considerate il recupero della sperequazione economica, in quanto risorse aggiuntive, sono state individuate anche in altre Amministrazioni, pertanto, ed è una facile considerazione, il gap economico del 30% rimane invariato se non addirittura incrementato.
Cosa pensare poi di una categoria, ritenuta dal vertice politico un prezioso bacino di capacità tecniche e amministrative, composta da donne e uomini che non hanno la ribalta ma che ogni giorno si dedicano al proprio lavoro con passione e competenza, se poi tutto questo vale 45 euro, con un gap costante del 30% ???
Ci chiediamo allora se i lavoratori delle altre amministrazioni siano marziani…
E’ bene precisare che in merito alla nostra battaglia partita nel 2015 altri sindacati avevano ritenuto che la nostra rivendicazione di fondi fosse fantascientifica e non richiedibile in questo momento storico del paese Italia…si certo…per poi assistere al miliardo e seicento milioni stanziato in due anni per il riordino delle carriere del comparto sicurezza e difesa…
Ci chiediamo e domandiamo perché, il vertice politico, non abbia pensato di reperire risorse dal miliardo e seicento milioni stanziato per difesa e sicurezza, da destinare al personale civile della difesa ???
Per quanto sopra Federazione Intesa ritiene che, il riconoscimento della dignità funzionale ed economica del personale civile della difesa, stante il permanente gap del 30%, unitamente al transito in art. 3 della 165, è una vertenza assolutamente aperta, nonostante le attuali scelte dell’amministrazione Difesa, che diversamente da altre amministrazioni, non ha voluto approfondire, condiviso dalle altre OO.SS, la possibilità di percorsi alternativi ordinamentali.
Il Coordinamento Nazionale Difesa
Giancarlo Lustrissimi
FLASH 2017.04.07 n.11 PER NON ESSERE FRAINTESI…incontro del 5 aprile.pdf