21 milioni – STORIA E FANTASTORIE

Dopo la sonora bocciatura in matematica meritata l’anno scorso da chi ha preteso di abbassare il numero degli sviluppi da 17000 a 7000, sembra proprio che si prospetti per gli stessi anche una clamorosa bocciatura in storia. Consigliamo loro, quindi, per evitare l’ennesima figuraccia tapina, un piccolo ripasso.

I FATTI

Dopo una serie di assemblee e proteste culminate il 26 maggio 2015 con la richiesta da parte di INTESA di un tavolo tecnico finalizzato al riconoscimento all’interno del comparto ministeri della specificità del personale civile della difesa e della conseguente dignità retributiva, il ministro Pinotti decide di istituire un gruppo di lavoro per quantificare il gap economico di cui i civili della Difesa si lamentano. È il 16 giugno 2015

Il gruppo di lavoro, formalizzato con decreto, ha il compito non solo di quantificare il gap ma anche di studiare e proporre soluzioni;

Dopo circa dieci mesi, il 21 aprile 2016 il gruppo di lavoro certifica un gap di 300/400 euro AL MESE con gli altri ministeri e con la componente militare e propone 4 soluzioni.

La n.1 è un “fondo aggiuntivo modello Sanità”, quindi normato per legge e strutturale, alimentato con i risparmi della Difesa.

La n.4 è quella suggerita da tempo da INTESA e cioè il ritorno in regime pubblico attraverso l’inserimento del personale civile della Difesa nell’art 3 del 165/2001

Cgil Cisl Uil Flp ed Unsa sposano immediatamente ed esclusivamente la soluzione n.1 sostenendo che è la più rapida e sicura. Sulla n. 4 scelgono di nuovo il silenzio omertoso e non ritengono nemmeno di chiedere un tavolo tecnico per discuterne, continuando nell’opera di derisione e denigrazione verso chi la propone, intrapresa da più di un anno. INTESA ovviamente ribadisce che la soluzione più completa è l’art.3, inserito al punto n.4 dal GdL che, oltre all’aspetto economico, consentirebbe di normare diversamente, andando in deroga al CCNL, anche molti altri aspetti importantissimi, primo tra tutti i passaggi tra le aree. Ciononostante NON BOCCIA la n.1 ma si limita a dubitare che sia la più rapida e fattibile, visto che deve passare al vaglio di MEF, FP e Parlamento.

Preso atto delle posizioni dei vari Sindacati, il gruppo di lavoro redige una relazione finale nella quale scrive che l’Amministrazione perseguirà la soluzione n.1, perché scelta dai Sindacati maggioritari, scrivendo anche che la n. 4 non è perseguibile per la contrarietà dei sindacati maggioritari. E’ il 10 ottobre 2016

I fatti ci raccontano che Il “fondo aggiuntivo modello sanità” che avrebbe dovuto colmare il gap e che doveva essere inserito nella finanziaria per il 2017, non passa.

Il 28 febbraio 2017 la Pinotti convoca i Sindacati, informa del fallimento del tentativo di istituire il fondo aggiuntivo (nel senso che non è  passato né nella finanziaria 2017 né nel mille proroghe) e, dopo aver constatato di nuovo la contrarietà delle OO.SS. maggioritarie a voler parlare di specificità e di art.3, propone al suo posto un aumento del FUA;

Dopo vari colpi di scena questo aumento di FUA  (ben diverso dal concetto di fondo aggiuntivo perché sempre soggetto a MEF e FP) viene fissato in 21.000.000, cioè 45 euro procapite, ben distante dal gap di 400 euro certificato dal gruppo di lavoro!

E’ il 5 aprile 2017 e questa proposta decisamente miserrima rispetto a quella da cui si era partiti (sanare un gap di 300/400 euro/mese) viene salutata come “un accordo storico” da chi aveva bocciato senza se e senza ma la soluzione del punto n.4, cioè l’art.3 del 165/2001. Nei comunicati trionfali di alcune OO.SS. viene annunciato l’imminente stanziamento che verrà assicurato per 2017, 2018 e 2019 e ci si spinge a scrivere che per un misterioso meccanismo automatico, noto soltanto a loro, tale reiterazione lo renderà automaticamente fisso e strutturale

(A noi non risulta che esista una norma nella Legge di contabilità di Stato che prevede che un finanziamento reiterato per tre anni diventi automaticamente strutturale ma questo evidentemente è un dettaglio e sicuramente siamo male informati, se qualcuno è in possesso della norma saremmo lieti di leggerla)

Resta il fatto che dopo quasi tre anni dall’inizio di questa Storia, nata dal movimento di base dei lavoratori stanchi di essere gli ultimi degli ultimi, nella Finanziaria 2018 compaiono finalmente questi  21.000.000 di euro (saltato il 2017 e soprattutto spariti i passaggi tra le aree che pure facevano parte delle problematiche risolvibili con l’art.3 e che erano invece stati assicurati nel famoso “accordo storico” del 5 aprile 2017)

Fin qui i fatti e la Storia

Ora passiamo alla fantastoria, quella cantata dai fantastorie.

Fantastorie è chi, partendo da una vertenza tesa a colmare un gap di 300/400 euro/mese attraverso un fondo aggiuntivo normato, fisso e strutturale, pensa di cavarsela con un aumento di FUA di 21.000.000 per 3 anni da distribuire attraverso la contrattazione!

Fantastorie è chi promette, per l’ennesima volta, di trovare soluzione alla vergogna della prima area mentre ancora è tutto in itinere e chi, dall’altra parte, si permette pure di deridere e sminuire chi già da due anni ai colleghi di prima area voleva dare, nell’attesa della soluzione giuridica, almeno la parte economica; per gli A1 nessun “accordo storico” ma solo tante chiacchiere!

Fantastorie è chi si proclama vincitore di battaglie e protagonista di piazze mentre la battaglia che ha dato inizio a tutto questo, non solo non l’ha mai fatta ma ne ha addirittura vanificato e sminuito gli effetti ed in piazza non c’è mai stato! Le uniche due manifestazioni per il gap retributivo le ha organizzate INTESA sotto casa del Ministro, a Gabdife con centinaia di lavoratori festosi e determinati e loro NON C’ERANO!

Fantastorie è chi rema contro i lavoratori che hanno espresso chiaramente la loro volontà di rientrare in regime di diritto pubblico attraverso l’art.3 del 165/2001

Fantastorie è chi baratta un gap di 300 euro al mese con 45 euro e canta pure vittoria!

Fantastorie infine è chi ci vuole convincere che la vertenza per l’art.3, la specificità ed il risanamento di un gap di 300/400 euro, si possa concludere con 45 euro al mese, per tre anni, contrattabili

Qualcuno li avvisi che noi non ci fermeremo. L’aumento di FUA di 21.000.000 ben venga! I lavoratori se lo sono guadagnato: lo hanno preteso, lo hanno ottenuto ma noi questo risultato lo consideriamo al di sotto del minimo sindacale che si poteva ottenere e per noi è soltanto ed unicamente un punto di partenza.

Continueremo quindi la nostra battaglia a fianco dei lavoratori affinché il punto di arrivo sia quello che ci siamo prefissati: eliminazione del gap stipendiale con gli altri pubblici dipendenti e con la componente militare e cancellazione del blocco tra le aree.

Abbiamo dimostrato in questi due anni che la lotta paga sempre. Intendiamo continuare.

#nessundorma

Il Coordinamento Nazionale Difesa
Alessandro Coen

FLASH 2017.12.29 n.31 21 milioni – STORIE E FANTASTORIE.pdf

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