lettera al ministro della difesa on. guido crosetto

Pubblichiamo la lettera inviata al Ministro della Difesa On. Guido Crosetto

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Al        Ministro della Difesa
On. Guido Crosetto

Spettabile Ministro,

nel nome e per conto dei lavoratori che abbiamo l’onore di rappresentare nel Dicastero che è stato chiamato a dirigere, Le diamo il benvenuto in questa realtà lavorativa unica nel panorama del Comparto Funzioni Centrali e che meritava, a causa della sua specificità, altro destino quando nei lontani anni ’90 si decise di contrattualizzare i dipendenti pubblici.

Senza voler fare qui la storia di fatti non certo addebitabili a Lei ma con la speranza che finalmente qualcuno prenda in mano la situazione e sani ciò che altri prima di Lei hanno provato a sanare, siamo qui a darLe il benvenuto, prospettandoLe al contempo la realtà che si troverà ad affrontare.

Il Ministero della Difesa ha da sempre due anime, volute al tempo dai padri costituenti che, accanto alla componente militare, hanno scientemente scelto di porre una componente civile nel nome della trasparenza e democraticità dell’azione amministrativa e del sostegno tecnico e professionale alla componente militare operativa.

Negli anni abbiamo purtroppo assistito al sempre più avvilimento della componente civile fino ad arrivare ai giorni nostri ad avere impiegati nel Ministero poco più di 19.500 civili, la maggior parte dei quali stanchi, demotivati e prossimi alla pensione.

Accanto all’aspetto economico, che ci vede distanti decine di migliaia di euro/anno da lavoratori del nostro stesso Comparto, c’è l’aspetto della dignità funzionale, frustrata dalla mancanza di prospettiva di carriera e da anni di convivenza con i colleghi militari da cui apprendiamo, amaramente e quotidianamente di non avere gli stessi diritti neanche di fronte alla morte di un nostro congiunto.

La disparità di trattamento economico è stata conclamata e messa per iscritto da un apposito gruppo di lavoro, formato esclusivamente da appartenenti all’Amministrazione, ottenuto dopo mesi di vertenza portata avanti in isolamento da CONFINTESA FP Difesa tra i lazzi e i frizzi di altre figure, nel ormai lontano 2015 dall’allora Ministro Pinotti. Da allora il gap economico sofferto dai civili della Difesa è diventato almeno oggetto di discussione e di attenzione in tutti i tavoli di confronto e, come CONFINTESA FP Difesa, siamo orgogliosi e fieri di ciò che siamo riusciti ad ottenere negli ultimi anni che però resta, nonostante le apparenze, il minimo sindacale perché il gap reale con gli altri Enti del Comparto, confrontando il trattamento complessivo e non solo quello base, resta altissimo ed ingiustificabile.

Sul fronte della Dignità personale e professionale, nulla invece è stato fatto.

La carriera continua ad essere un miraggio, sostituita da avanzamenti meramente economici iniqui e finanziati con i nostri stessi fondi e neanche per tutti.

Siamo infatti l’unico Ministero in cui permane la presenza di migliaia di lavoratori, impiegati spessissimo in mansioni superiori, imprigionati da sempre nella Prima Area che dal 2017 non hanno neanche più la possibilità di partecipare agli sviluppi economici, pagati anche con il loro salario accessorio.

La convivenza con la componente militare, di cui dividiamo solo gli oneri ma non gli onori, esalta le differenze nel dolore di una perdita così come nella gioia di una nascita, nella passione per la partecipazione sociale e politica, nella genitorialità, nella possibilità di ricongiungersi al coniuge o addirittura nella fruizione di servizi e strutture legati allo svago e alle vacanze.

Siamo qui a darLe il benvenuto ma anche a portarle il grido di dolore di migliaia di lavoratori civili della Difesa, immobilizzati da una procedura di mobilità che ne impedisce di fatto i trasferimenti da quando il 29 settembre 2015 è stato sottoscritto dall’Amministrazione e da tutte le altre OO.SS. un protocollo d’intesa sulla mobilità che ha tolto ai lavoratori pure il diritto di presentare domanda motivando le proprie ragioni ed esigenze!

Con il blocco delle assunzioni e quindi del turn over, accanto a personale ormai al limite dell’età pensionabile, le uniche forze giovani ma nella maggior parte dei casi assolutamente a digiuno di tutto ciò a cui verranno adibiti, sono costituite dai militari non più idonei al servizio che vengono transitati nei ruoli civili al ritmo di 60/70 al mese e sbattuti spessissimo a chilometri da casa, catapultati in una realtà totalmente diversa da quella per cui hanno sacrificato anni ed affetti, vestendo una divisa che ora gli viene tolta perché aver perso la salute al servizio dello Stato non basta a garantir loro almeno di tornare vicino ai propri familiari.

Sbloccare le assunzioni, procrastinare la riduzione degli organici prevista dalla 244/12 così come già fatto per i militari, sono provvedimenti indispensabili per non mettere la pietra tombale sull’esistenza di una componente civile all’interno del Ministero Difesa, sempre che questo non sia il disegno finale.

Spettabile Ministro, non è nostra abitudine prospettare solo i problemi scaricando su altri la ricerca delle soluzioni e avremmo piacere di confrontarci con Lei appena vorrà convocarci per esporre i nostri suggerimenti e le nostre proposte che intanto le accenniamo in maniera sommaria.

1 – Per quanto riguarda l’aspetto economico, ovviamente legato alla possibilità di rimpinguare un Fondo Risorse Decentrate ormai ridotto al lumicino che quest’anno garantirà ai lavoratori un FUS di appena 176,78 euro/anno, la prima azione che Le chiediamo è quella tesa a far restituire ai lavoratori della Difesa per l’anno in corso e stabilizzare per gli anni avvenire, la somma di 21.000.000 ottenuti nel 2017 a fronte della vertenza sul gap economico e finanziati solo fino al 2021.

Sono soldi nostri derivanti, dai risparmi della 244/2012 e promessi all’epoca come fissi e continuativi, in virtù di un fantomatico automatismo dopo 3 anni di stanziamento.

Altra soluzione che suggeriamo oramai da anni è che tutti gli istituti finanziati con il nostro FRD ma che in realtà sono servizi resi nell’interesse dell’Amministrazione, siano pagati dall’A.D. e non posti a carico dei lavoratori che si ritrovano a pagare con il proprio FUS turni, reperibilità e ppl così necessari al funzionamento del Dicastero proprio per l’altissima specificità che lo contraddistingue dagli altri Enti del Comparto.

Abbiamo ottenuto la perequazione dell’Indennità di Amministrazione ma le differenze abissali con gli altri Enti del Comparto riguardano le somme destinate a performance organizzativa, FUS e a un trattamento accessorio che, come nel caso ad esempio di MEF o Ministero della Giustizia, gode di fondi che sfuggono al tetto imposto al FRD perché derivanti da leggi e che quindi solo un Suo forte interessamento politico a livello legislativo, potrà emulare.

2 – per quanto riguarda invece l’aspetto giuridico e quindi dei “diritti” diversi goduti dai nostri colleghi militari, la soluzione già indicata da CONFINTESA Fp Difesa dal 2015 e ritenuta già fattibile sia dal quel famoso Gruppo di Lavoro guidato dal S.S.S. Domenico Rossi ma anche da vari Segretari alla Difesa succedutisi nel tempo, può essere il ritorno al regime di diritto pubblico dei dipendenti civili della Difesa in virtù della loro SPECIFICITA’. facendo ricorso all’art.3 del Decreto Legislativo 165/2001, come già fatto per gli appartenenti al comparto sicurezza e difesa, per la Banca d’Italia, per la Consob, per i magistrati ordinari, amministrativi e contabili, per gli avvocati e procuratori dello Stato, per il personale della carriera diplomatica e della carriera prefettizia, per i ricercatori, per i vigili del fuoco, compresi gli amministrativi, ecc. ecc.

Spettabile Ministro, siamo qui a darLe il benvenuto e ad assicurarLe tutta la nostra disponibilità e collaborazione ma nel contempo a chiederLe urgentemente un incontro per dettagliarLa meglio su quanto finora scritto, sicuri che la voce delle migliaia di lavoratori che rappresentiamo all’interno della Difesa non resterà inascoltata.

Distinti saluti.

Il Coordinatore Nazionale Difesa
Alessandro Coen

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