FUA 2017 – SECONDO INCONTRO PROGRESSIONI ECONOMICHE – NUMERI E CRITERI

30315_sedepersocivOggi 8 febbraio 2017, secondo incontro sulla distribuzione del FUA; all’ordine del giorno numeri e criteri per le progressioni economiche 2017.

La prima osservazione che abbiamo fatto al direttore del personale civile, dottoressa Anita Corrado, sull’ipotesi d’accordo sottopostaci è che i contingenti delle varie fasce, all’interno delle 12.000 progressioni proposte dall’Amministrazione, sono rimasti quelli sottoscritti e voluti dalle sigle firmatarie dell’accordo 2016 e quindi evidentemente da aggiornare. Questo ci darà occasione di proporre anche una diversa distribuzione delle progressioni tra le varie fasce, meno scandalosa di quanto si è verificato nelle progressioni passate. Alla luce infatti, delle graduatorie non definitive 2016 pubblicate da Persociv, si nota come la percentuale dei destinatari delle progressioni sottoscritte dai firmatari l’anno scorso, variano dal 2% degli A2F4, al 74% degli A3F1.

Superata, e comunque FALLITA l’annunciata progressione dei soli non riqualificati 2010, è evidente che tali percentuali sono tutte da rivedere.

Nonostante non si siano recuperate al FUA ulteriori somme dal tavolo tecnico sulle PPL del 7 febbraio u.s. abbiamo chiesto, bozza d’accordo alla mano, che la somma residuale destinata al FUS, pari a € 56,29 lordi pro capite (circa 37,00 euro netti) venga invece utilizzata, in attesa della norma giuridica che consenta alla prima area di partecipare alle progressioni economiche, per costituire il fondo ad hoc per gli A1 già proposto nel 2016 ed azzerata a favore di ulteriori progressioni rispetto alle 12.000 proposte.

Restiamo infatti fedeli all’idea che spostare le poche somme residuali a disposizione dall’accessorio al fisso e continuativo, sia la scelta migliore. E’ ovvio che non ci dimentichiamo dei circa 5000 lavoratori che in questo modo resterebbero fuori da progressioni e FUS ma non è certo con un FUS di 37 euro che cambierebbe la loro delusione.

Abbiamo comunque chiesto che le risorse aggiuntive che ritornano al fondo ogni anno a seguito delle cessazioni siano, di volta in volta, impiegate per ulteriori progressioni.

A proposito della necessità di recuperare risorse aggiuntive al FUA, abbiamo ricordato all’Amministrazione l’assurdo meccanismo per cui le progressioni di cui giustamente saranno prevedibilmente destinatari anche colleghi transitati dal ruolo militare, graveranno sul FUA senza portare alcun beneficio ai colleghi stessi ma solo al bilancio della Difesa al quale, per ogni collega ex militare destinatario della fascia economica superiore, restituiremo la quota parte di assegno ad personam riassorbito.

Avevamo denunciato questo perverso meccanismo già l’anno scorso ma a tutt’oggi non ci risulta sia stata trovata alcuna soluzione al problema. L’Amministrazione si è nuovamente impegnata a studiare un correttivo insieme alla Funzione Pubblica ed al MEF.

Addentrandoci nella materia dei criteri, abbiamo apprezzato sia stata finalmente accolta la nostra proposta di valutare nella seconda area il titolo della V elementare ma c’è ancora molto da lavorare sulle differenze di punteggio tra i vari titoli di studio che, secondo noi, vanno riproporzionate e che comunque, secondo la norma, non possono essere prevalenti rispetto all’anzianità di servizio e di fascia.

Sorvolando sull’evidente incongruenza di aver previsto un punteggio massimo di 50 punti nell’esperienza professionale maturata che non si raggiungerebbe mai, neanche se si fosse prestato servizio presso un’altra amministrazione e si fosse inquadrati nella medesima fascia da 14/15 anni!!! abbiamo comunque proposto di togliere il tetto dei 30 anni e considerare un punteggio relativo alla permanenza nella fascia più credibile.

Del resto non ci avevano assicurato che con le progressioni del 2016 sarebbero passati tutti coloro non passati nel 2010?

Ultima ma non meno importante nota dolente, il punteggio proposto dall’Amministrazione legato alla performance individuale. Stante l’evidente inopportunità di prevedere un punteggio addirittura di due punti più alto per i beneficiari del punteggio 100 nella performance individuale, abbiamo ribadito quanto il sistema di valutazione della performance, a cui questo CCNL ci assoggetta, è assolutamente sperequativo ed inapplicabile in un ministero dove valutatori e valutati sono spesso inquadrati in due stati giuridici diversi (civile/militare) e dove la soggettività del metro di giudizio fa inevitabilmente la differenza. Abbiamo quindi proposto di adottare per la performance le stesse fasce previste per la sua retribuzione all’interno del FUA, cioè da 71 a 100 il massimo punteggio.

Il prossimo incontro non è stato ancora fissato. Vi terremo comunque aggiornati.

#nessundorma

Il Coordinamento Nazionale Difesa
Alessandro Coen

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