CCNI 2021-2023: prosegue la trattativa – Indennità di Amministrazione: proposta di Persociv per Inserirla nel CCNI
Terzo incontro a Persociv su CCNI e sulle novità relative alla possibilità studiata dalla dirigenza di Persociv sui 30 milioni destinati dalla legge di bilancio 2021 alla nostra indennità di amministrazione.
Per quanto riguarda il CCNI, due gli argomenti più caldi e cioè l’aumento previsto nell’ipotesi d’accordo negli importi e nel numero di una serie di indennità legate a particolari posizioni di lavoro riconducibili ad esigenze specifiche dell’Amministrazione Difesa e i criteri per gli sviluppi economici.
Sull’aumento, a carico del FRD, del numero e delle somme relative a particolari posizioni di lavoro, a parte ogni considerazione su alcune nuove indennità che sembrano cucite addosso a qualcuno, abbiamo rilevato in primis che pur volendole riconoscere, alcune risultano decisamente sproporzionate rispetto alla retribuzione media di un lavoratore della Difesa, con la possibilità per alcuni, pochi, lavoratori di guadagnarsi in 10 giorni quello che, per esempio, ai colleghi di prima area vorrebbe essere riconosciuto in un anno.
Se ci fossero soldi per tutti, nulla da obiettare ed anzi aggiungeremmo anche noi la lista di incarichi e compiti che ad oggi non sono degnamente indennizzati ma non è possibile dimenticare che la coperta del FRD è unica per tutti e quindi se si tira da una parte, necessariamente si lascia scoperta l’altra.
Abbiamo quindi ribadito per l’ennesima volta che la soluzione giusta ed equa è, visto che si parla di particolari posizioni ed attività espletate per esigenze dell’Amministrazione e soprattutto connaturate alla specificità della Difesa, che se ne faccia carico l’Amministrazione e non si sottraggano risorse al FRD.
È come se il militare che va in Afghanistan venisse retribuito con il FESI del commilitone che resta in Italia!!
Se sono esigenze dell’Amministrazione, se le pagasse l’Amministrazione e non col nostro FRD!
Sui criteri per gli sviluppi è stato corretto il grossolano errore presente sulla bozza e da noi immediatamente evidenziato, che avrebbe comportato l’assurdità di vedere i servizi prestati presso altre amministrazioni valutabili oltre l’anzianità massima valutabile per i servizi prestati alla Difesa.
Per il resto i criteri sono rimasti sostanzialmente quelli della volta scorsa.
Per quanto ci riguarda, a parte gli errori madornali tipo il precedente, la nostra linea è sempre la stessa: l’importante è far passare tutti nel più breve tempo possibile, partendo dai più anziani e da chi è da più tempo al palo.
Ci è comunque dispiaciuto constatare che tra i criteri per la terza area le altre OO.SS. continuino a non volere la posizione organizzativa o che la laurea in prima e seconda area faccia la differenza più dei master e delle abilitazioni professionali in terza ma quello che ci interessa di più è che i fondi del FRD siano preservati per fare gli sviluppi per tutti nel più breve tempo possibile e non distribuiti in rivoli e rivoletti in indennità più o meno cucite addosso all’amico dell’amico.
A proposito dei tempi, a chiusura della discussione sugli sviluppi economici, abbiamo espresso all’Amministrazione il nostro favore affinché la scelta operata nell’accordo sugli sviluppi del 2010 e perseverata negli accordi successivi, sulla necessità di essere in servizio al momento della pubblicazione del bando sia rivista e corretta, affinché si eviti che i ritardi nella definizione dell’accordo sugli sviluppi danneggino chi va in pensione nel corso dell’anno.
Sul fondo prima area, quantificato ad oggi in 796,25 euro, abbiamo ribadito che, visto che lo abbiamo fortemente voluto a titolo di indennizzo per chi non ha la possibilità di partecipare agli sviluppi, deve essere pari alla fascia economica negata.
Secondo argomento della riunione di oggi, la proposta presentata dalla dirigenza di Persociv relativa all’aumento dell’indennità di amministrazione per cercare di anticiparne la distribuzione rispetto a quanto previsto dall’articolo 1, comma 983 della legge di bilancio 2021, che ne demanda invece la determinazione al CCNL 2019/2021.
Partendo dal presupposto che ben venga qualsiasi soluzione per anticipare la distribuzione dei 30 milioni strappati con l’emendamento alla Legge 178/2020, abbiamo sollevato le nostre perplessità sulla fattibilità e soprattutto sugli eventuali danni che tale proposta potrebbe comportare, chiedendo assicurazioni alla dott.ssa Montemagno rispetto a 3 punti:
1. Visto che con tale proposta i 30 milioni sarebbero trattati alla stregua dell’accessorio, siamo sicuri che alla fine del triennio di vigenza del CCNI non spariscano? Inserendoli nel CCNL tale eventualità non si pone.
2. Se l’indennità è trattata alla stregua dell’accessorio, occorrerà aspettare il 2022 per avere i soldi? In quel caso li avremmo prima con il CCNL.
3. Se si parla di “accessorio”, è salvaguardato il TFR/TFS?
Alla dott.ssa Montemagno, che ha preso nota dei nostri dubbi, abbiamo quindi chiesto di approfondire la questione affinché, oltre al rischio di vedersi bocciato l’accordo in Funzione Pubblica, non si facciano danni, vanificando la lunga vertenza che abbiamo portato e portiamo avanti per la cancellazione del gap economico dei lavoratori della Difesa.
Abbiamo comunque chiesto, nell’ipotesi che si vada avanti con la proposta (che prevede importi distinti per area e fascia come per l’indennità di amministrazione disciplinata dal CCNL) di far almeno convergere la prima area nella seconda per non sommare disparità a disparità.
Vi terremo aggiornati
Il Coordinatore Nazionale Difesa
Alessandro Coen