Nuovo Ordinamento Professionale: maggiori responsabilità, competenze e abilità, stesso stipendio. E non è l’Amministrazione a chiederlo!

Incontro deludente oggi con la delegazione trattante sul CCNI 2021/23 per il quale ci era stato chiesto di inviare le nostre osservazioni entro il 9 u.s.

Peccato che invece a noi il documento da discutere oggi, sia stato inviato soltanto ieri in tardissima serata!

Nell’apprezzare quindi il fatto che la Delegazione Trattante ha accolto alcune nostre osservazioni, come ad esempio quella sulla flessibilità in entrata ed uscita o quella sulla volontarietà della rinuncia ai turni notturni e la nostra richiesta di affrontare (e chiudere) prioritariamente la discussione sulle competenze delle famiglie professionali, non possiamo che stigmatizzare la sconvenienza di inviarci i documenti da discutere con così palese ritardo.

Altra brutta sorpresa, dopo che sembrava tutti avessero recepito l’assurdità di “gonfiare” competenze e abilità delle famiglie professionali, ritrovarsi di nuovo davanti un ordinamento professionale con il quale vengono previsti, per ogni area, attribuzioni, compiti, conoscenze, abilità e responsabilità maggiori, mettendo di fatto una pietra tombale su ogni speranza di vedersi riconosciute, seppure moralmente, mansioni superiori.

E la considerazione più deprimente è che quando lo abbiamo fatto presente, ci è stato risposto che siamo l’unica O.S. che ha sollevato questo problema, che siamo in “controtendenza” perché tutti gli altri Rappresentanti Sindacali hanno chiesto esattamente il contrario, chiedendo di modificare la bozza sottopostaci l’ultima volta, aggiungendo e ampliando in ogni declaratoria, responsabilità, competenze e abilità.

Che dire? Confintesa chiede più soldi a parità di mansioni. Altri chiedono più mansioni a parità di stipendio!

E l’Amministrazione, ovviamente, gongola e acconsente.

La consapevolezza dell’urgenza di chiudere l’accordo sulle famiglie professionali (senza il quale, ricordiamo, non si può avviare il discorso dei passaggi verticali fra le aree) e l’isolamento nel quale ci siamo trovati nel chiedere lo snellimento delle competenze non ci consentono di non chiudere l’accordo ma non ci impediranno di denunciare l’ennesima presa di posizione contro il personale civile della Difesa per il quale, sappiatelo, c’è chi ha chiesto di aumentare oneri e obblighi a costo zero.

L’accordo sulle famiglie professionali poteva essere sottoscritto a ottobre.

C’è chi ha chiesto rinvii su rinvii e ancora oggi continua a chiedere modifiche e implementazioni e la Delegazione trattante accetta tutto supinamente.

Sinceramente siamo basiti e stanchi.

Ci piacerebbe davvero che ci fosse qualcuno, oltre a noi, che si preoccupasse di essere a favore del personale civile della Difesa ma ci sentiamo soli.

Il 20 giugno altro incontro.

Vedremo cosa si inventeranno ancora e riferiremo.

Coordinatore Nazionale Difesa
Alessandro Coen

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