“Un piccolo passo per l’uomo, ma un grande balzo per l’umanità”

Partorito (forse) oggi, al sesto incontro, il CCNI che doveva e poteva semplicemente integrare quello sottoscritto il 4 dicembre 2023 e che invece si è trasformato in una vera saga del rinvio.

Liquefatti al pur debole sole di novembre tutti gli insormontabili scogli che per ben 5 volte hanno impedito ad altre OO.SS. di sottoscrivere fino a ieri, un documento che nasce già vecchio, vista l’imminente prima e l’avvenuta ora, sottoscrizione del nuovo CCNL, oggi abbiamo assistito alle varie dichiarazioni di assenso in cui si è magnificato più volte il “grande passo avanti” della bozza di oggi rispetto a quella presentata 5 incontri fa e rimaneggiata per ben 5 volte.

Noi, sinceramente, questo “grande passo avanti” non l’abbiamo trovato nell’ipotesi presentata oggi.

Nulla sugli Organici, nulla sulle riconversioni, nulla sullo straordinario non pagato, nulla di nuovo sulle relazioni sindacali e su tutto il mare magnum che ad ogni incontro ci veniva propinato come questione pregiudiziale alla sottoscrizione dei tre semplici articoli su flessibilità, straordinario e orario multiperiodale che i lavoratori, almeno quelli meno fortunati di altri che evidentemente vivono su un’isola felice, attendono dal 2018.

Ci piacerebbe che qualcuno ce li elencasse i grandi passi avanti trovati nell’ipotesi di oggi che, a parte il documento annesso sulle relazioni sindacali che nulla aggiunge, nonostante l’impegno di chi lo ha redatto, a quanto già stabilito nel CCNL 2019-2021, a parte accondiscendere alle richieste delle altre OO.SS. di diminuire la possibilità di accantonare ore di straordinario/recupero compensativo, a parte virgole, punti e rinvii a documenti già scritti, non ci sembra presenti novità così rilevanti da giustificare 5 rinvii.

L’unica effettiva novità è in realtà la previsione di 15 minuti di flessibilità per i turnisti che poi qualcuno, ammesso che passi il vaglio della Funzione Pubblica, speriamo ci spiegherà come declinare nella realtà degli Enti.

Comunque, alla fine, l’importante è aver messo la parola fine ad un integrativo che va avanti da 6 anni e aver così potuto, stesso oggi, cominciare a parlare di mobilità.

Tutti sappiamo come il nefasto protocollo d’intesa voluto e sottoscritto da TUTTE le altre OO.SS. nel 2015 abbia immobilizzato da 10 anni ogni tentativo di trasferimento se non utilizzando le tutele di legge derivanti dalla 104.

Questo però ha provocato nel tempo un pesante ingolfamento delle richieste con il risultato che spesso colleghi con problematiche gravissime si siano visti respinte le domande per mancanza del posto in organico già occupato, per una semplice priorità cronologica delle domande pervenute.

Pur condividendo in linea di principio la puntuale relazione dell’Amministrazione sulla realtà oggettiva e sulle gravi storture che questo famigerato protocollo ha provocato, per quanto ci riguarda è assolutamente inconcepibile che, anche in questo caso, ci ritroviamo sempre a far “la guerra dei poveri” dove si possa addirittura ipotizzare di graduare le disabilità ed il diritto alla tutela.

Di nuovo ci ritroviamo a dover affrontare i problemi quando il danno è già fatto.

Quante volte abbiamo chiesto che, nell’attesa del bando di mobilità, si restituisse ai lavoratori il diritto di fare domanda di trasferimento con il sistema ante protocollo incontrando in primis l’indifferenza dei nostri colleghi delle altre OO.SS? Quante volte abbiamo detto all’Amministrazione che prima di programmare nuove assunzioni, si rendessero disponibili le sedi vacanti per gli interni?

Ora che gli Organici sono saturi e alla già cronica difficoltà di “smaltire” le domande di mobilità del personale che transita e viene sbattuto a centinaia di chilometri di distanza, si sono aggiunte le domande di chi ha vinto un concorso e si è visto assegnare una sede lontanissima da quella desiderata, si cerca di chiudere la stalla con i buoi scappati.

Non sappiamo dirvi quali rimedi potremo porre in essere ma sarebbe almeno onesto ammettere gli errori fatti, a cominciare dal famigerato protocollo ma ahimè, già sappiamo che questo è impossibile.

Oggi coloro che quel protocollo lo hanno partorito fanno i dimenticati. Noi però non dimentichiamo.

Il prossimo incontro è fissato per il 21 novembre.

Vi terremo aggiornati.

Nel frattempo godiamoci questo CCNI salutato oggi dai novelli Armstrong nostrani come “un grande passo avanti”.

#nessundorma e nessuno dimentichi.

Coordinatore Nazionale Difesa
Alessandro Coen

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